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Comunicato Stampa del 20/01/2003

La bellezza, strada per Dio

Sabato 18, a Susa, il Convegno "arte per evangelizzare"

di Davide Favaro

Con i saluti di Monsignor Alfonso Badini Gonfalonieri, vescovo di Susa e di Monsignor Giuseppe Anfossi, vescovo di Aosta e delegato per la pastorale del tursimo, sabato scorso si è aperto a Susa il seminario di studi dedicato al tema dell'arte cristiana, promosso ed oragnizzato dalla CEI, in collaborazione con il Centro culturale diocesano di Susa, l'Opera diocesana pellegrinaggi e il Centro turistico giovanile. Un'arte -come in più punti si è fatto notare- nel corso della intensa giornata, non fine a se stessa, non semplicemente capace di parlare il linguaggio della bellezza, ma anche di diventare strada per Dio, strumento per l'evangelizzazione. Tra i relatori del mattino, don N. M. (il nome viene omesso su richiesta dello stesso - n.d.r.), esperto d'arte, oltre che vice direttore editoriale della LDC, Morena Baldacci, liturgista e don Alberto Coletto, direttore a Torino dell'Ufficio liturgico diocesano. A fare gli onori di casa, invece, ci ha pensato il direttore del Centro Culturale Diocesano di Susa, don Gianluca Popolla. Se ai primi è toccato il compito di tracciare un excursus nel mondo dell'arte come icona, attraverso le parole, ma soprattutto con il supporto di molte immagini che hanno reso le relazioni più chiare ed interessanti, al relatore segusino è spettato invece il compito di presentare al pubblico presente in sala (in parte proveniente anche da Aosta) il sistema museale diocesano. Il Centro culturale diocesano, infatti, si articola in tre settori distinti, benché complementari. Di esso fanno parte l'archivio storico, la ricca biblioteca e il museo di arte sacra. Quest'ultimo, a sua volta, si presenta come museo "diffuso" e si articola in tante sezioni staccate, "diffuse" sul territorio. Oltre alla sede centrale di Susa, collocata nella chiesa del Ponte, ci sono le sedi di San Giorio, Novalesa, Giaglione e Melezet. A questi tanti musei, ognuno ricco di particolari tesori d'arte e di fede, e tutti importanti anche in chiave turistica, don Gianluca Popolla ha fatto esplicito riferimento nel corso del suo breve intervento. Per descrivere quali criteri siano stati seguiti nell'allestimento del museo è poi stata data la parola, in chiusura di mattinata, al suo ideatore "tecnico", l'architetto Michele Ruffino. In questa occasione si è annunciato anche l'imminente lavoro di ampliamento del museo di Susa. Ad una parte del pubblico presente in mattinata, dopo la pausa pranzo, è stato poi possibile "toccare con mano" (o meglio, "vedere con gli occhi") almeno una parte delle opere d'arte cristiana a cui il mattino gli interventi avevano fatto più o meno diretto riferimento. E' stata infatti proposta loro una visita guidata alla biblioteca, al Museo di Arte Sacra, oltre che ad alcuni importanti monumenti della città, prima fra tutte la Cattedrale di San Giusto, recentemente restaurata e tornata allo splendore delle origini, cioè agli inizi dell'anno Mille, come attesta il documento di fondazione che proprio il Museo custodisce, fra i suoi tesori più antichi e preziosi.

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Comunicato Stampa del 20/01/2003

Sperimentale da 20 anni

Con un convegno dedicato alla Intercultura si sono chiuse le celebrazioni per il ventennale del DES AMBROIS

"La nostra è una scuola in cui magari si boccia, ma non si respinge mai nessuno". Con queste provocatorie parole il preside Pietro Ainardi ha aperto il Convegno dedicato a 20 anni di intercultura e di sperimentazione dell'Istituto Des Ambrois di Oulx, sabato 18 gennaio. Per descrivere le caratteristiche di questo sperimentale di montagna, infatti, il dirigente del polo scolastico dell'alta valle di Susa è partito proprio dall'attenzione data in questi vent'anni agli studenti e alle loro difficoltà. "Abbiamo cercato di far diventare risorsa ciò che all'inizio poteva sembrare un problema" -ha continuato il preside, facendo riferimento, per esempio, alla volontà di superare le difficoltà di conciliare scuola e sci, che ha portato alla nascita del progetto "scuola sport" e alle classi per sciatori, oppure alla istituzione dei corsi di recupero, in sostituzione degli esami di settembre, per aiutare i ragazzi a superare le difficoltà in certe materie, molti anni prima che ciò diventasse normale in tutte le scuole italiane. Il preside ha ricordato poi i personaggi che due decenni fa hanno reso possibile questo sperimentale, e che per ragioni diverse non potevano essere presenti nella sala consigliare di Oulx che ha ospitato l'incontro e che era piena di insegnanti ed ex insegnanti, allievi ed ex allievi, genitori di ieri e di oggi. E' stata anche ricordata la preside Roberti, che per prima ha avviato a Oulx la scommessa dell'intercultura, cominciando i primi scambi scolastici con l'Ungheria, la Polonia, l'URSS di quei tempi. E quindi, per parlare di questo incontro, ormai ventennale, di studenti del Des Ambrois con il mondo, la parola è passata a loro, ai ragazzi. Hanno cominciato gli studenti che due anni fa sono stati in Bosnia: con immagini, musiche e testi, sia in italiano che in inglese, hanno raccontato il loro incontro con un modo appena uscito da una guerra, da pulizie etniche e da campi di concentramento. E parlare di un viaggio in Bosnia è diventato così anche un modo di lanciare un appello per la pace. E' stata poi la volta delle esperienze raccontate da chi ha vissuto, per un anno, per qualche mese o per 15 giorni, uno scambio individuale all'estero, sia in Francia, che in Germania. E dalla Germania è arrivata anche la testimonianza di una ragazza tedesca, che proprio in questi mesi sta studiando al Des Ambriois, ospite di uno studente del terzo anno. Dalla Germania si è quindi passati all'altro capo del mondo: immagini della Bolivia, della bellezza di quei luoghi e della povertà di quella gente, attraverso le foto e le parole degli studenti che un paio di mesi fa hanno realizzato uno scambio culturale con un liceo di La Paz. E anche da quelle testimonianze è arrivato un nuovo appello alla pace, ad un mondo che deve poter essere diverso. Il Convegno, curato in modo impeccabile dagli assistenti di sala dell'Istituto professionale del Des Ambrois è poi continuato con le relazioni di Cattai e Perino, del Cicsene e Pianeta Possibile (organizzazioni torinesi che si occupano di educazione interculturale e di cooperazione con il sud del mondo e che da anni collaborano con la scuola di Oulx), con gli interventi di insegnanti ed ex insegnanti della scuola e con la presentazione dell'ultima pubblicazione curata dall'Istituto: Abitare il mondo, un arcobaleno di culture. Si tratta di tre libretti, molto colorati, racchiusi in un cofanetto, dedicati alle esperienze di intercultura più significative degli ultimi anni, ma anche corredati di una guida pratica allo scambio culturale, che potrebbe essere utile per le scuole che ancora non hanno fatto esperienze simili a quelle del Des Ambrois. Il "compleanno" della sperimentazione si è poi concluso con un aperitivo multietnico, offerto dalla scuola, ma il preside ha garantito che questa festa non è servita a chiudere i 20 anni, ma serve a pensare ai prossimi decenni.

Daria Abbà

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Comunicato Stampa del 20/01/2003

La catechesi si fa anche con l'arte

Un Convegno a Susa promosso dalla CEI

E' possibile evangelizzare attraverso l'arte? Questo il tema dell'incontro svoltosi sabato 18 al salone del seminario a Susa, organizzato dalla conferenza episcopale piemontese e dal centro culturale diocesano di Susa. Il convegno, che ha avuto due interventi principali, è iniziato con i saluti di rito del vescovo di Susa Mons. Alfonso Badini Confalonieri. "La valle possiede un importante patrimonio artistico che si sta valorizzando sempre più" dice il vescovo "anche grazie all'attiva partecipazione della gente, la storia è maestra di vita ma tocca ai mediatori farla conoscere e farla applicare". Il convegno si proponeva proprio di far capire l'importanza che ricoprivano un tempo le immagini per la diffusione del Vangelo. Mons. Giuseppe Anfossi, vescovo d'Aosta, ha ricordato che le opere d'arte nelle chiese non vanno viste solo come un abbellimento, ma esprimono un messaggio più forte, una ricchezza che va oltre l'aspetto economico. Il primo intervento del convegno è stato curato da don N. M. (il nome viene omesso su richiesta dello stesso - n.d.r.), esperto d'arte, sul tema Eucaristia: mistero e immagine. Durante il periodo della riforma cattolica la vasta ignoranza della gente era causa di molti mali, per questo nasce la parola visualizzata, per far comprendere il vangelo a chi non era in grado di leggere la parola scritta. Don N. M. ha mostrato una serie di diapositive raffiguranti immagini sacre ed ha guidato il pubblico nelle interpretazioni di queste, facendo per esempio capire come veniva spesso rappresentato Giuda nei numerosi dipinti dedicati all'Ultima cena. L'incontro è poi proseguito con l'intervento di Morena Baldacci, liturgista, e don Alberto Coletto, direttore dell'Ufficio liturgico diocesano di Torino. Questi hanno illustrato l'importanza che ricoprono le singole parti della chiesa a livello interpretativo "Il sagrato della chiesa per esempio -ha spiegato la Baldacci- serve a fare distogliere il credente da un contesto urbano e farlo entrare in un contesto cristiano, nell'edificio chiesa". Alla fine della mattinata don Gianluca Popolla è intervenuto a presentare il Museo diocesano, nato nel 2000 e dove presto verranno iniziati i lavori d'ampliamento curati dall'architetto Ruffino. Quanto è stato raccontato al mattino, soprattutto da don Popolla, ha poi avuto modo di essere approfondito nella visita pomeridiana al Museo diocesano e ad alcuni insigni monumenti di Susa. Il sistema museale diocesano della Valle di Susa, infatti, ha proprio per centro e luogo di coordinamento, la sede di Susa, collocata nel complesso della "Madonna del Ponte", cioè nella omonima chiesa barocca e nei locali annessi. Qui hanno trovato posto, ormai da alcuni anni, dopo i consistenti lavori di restauro, le collezioni d'arte del Tesoro della Cattedrale di San Giusto, il Tesoro della chiesa della Madonna del Ponte e molta della statuaria lignea e delle opere di oreficeria provenienti da tante parrocchie della diocesi. Là dove è stato possibile, invece, garantire visibilità e sicurezza alle opere d'arte, sono state aperte sezioni staccate del Museo diocesano, che proprio per questo -come ha più volte rimarcato il suo direttore- si presenta al pubblico come un "museo diffuso". Nel corso degli anni sono state aperte, dopo quella di Susa, le aree museali di Novalesa, San Giorio, Melezet e Giaglione. Agli intervenuti alla giornata di studio che la CEI, insieme al Centro Culturale diocesano di Susa ha voluto dedicare proprio all'arte che si fa annuncio cristiano, molti dei quali provenienti anche da Aosta, è stato per il momento possibile ammirare solo una piccola porzione del tesoro d'arte e di fede conservato in Valle di Susa, ma siamo certi che la bellezza gustata sabato scorso aprirà loro nuove prospettive per un turismo intelligente ed alternativo.

Davide Ligas

Per informazioni e prenotazioni:

www.centroculturalediocesano.it

museo@centroculturalediocesano.it

Centro culturale diocesano. Via Mazzini 1 SUSA tel. 0122.6222640

spaziomuseo2.gif (2487 byte) Per informazioni sulla attività didattica del museo si può vedere anche SpazioMuseo, su http://desambrois.scuole.piemonte.it/spaziomuseo

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Comunicato Stampa del 20/01/2003

Per parlare di razzismo

Assemblea d'Istituto al Des Ambrois

Venerdì 17 gennaio nella palestra delle scuole medie del Des Ambrois di Oulx ha avuto luogo la prima assemblea d'istituto dell'anno, alla quale hanno potuto partecipare prima i ragazzi del biennio e poi quelli del triennio (poiché, data l'assenza di una vera aula magna, non è possibile per gli studenti riunirsi tutti insieme, in una sola volta…). Quest'assemblea indetta dai rappresentanti d'istituto, Andrea Terzolo e Susanna Fastellini, ha toccato vari argomenti, ma si è soffermata in particolare sulla rissa avvenuta sabato 21 dicembre alla festa degli istituti organizzata alla discoteca "Le Arcate" di Savoulx. Purtroppo, infatti, quella serata che avrebbe dovuto essere, come tutte le feste, a base di divertimento e di amicizia, si è conclusa appunto con un pestaggio, che ha visto come protagonisti dei ragazzi della bassa valle, che si sono accaniti su un ex allievo di colore del Des Ambrois, frequentante ora il primo anno di università a Torino. Questo ragazzo, che abbiamo intervistato, ha accettato di parlare, anche per smentire le tante storie che ormai si sentono in giro sull'argomento, molte delle quali esagerate. L'ex allievo ha ricordato che il tutto è avvenuto intorno alle quattro, (ma che comunque era stato soggetto per tutta la sera a frasi che lo invitavano ad andarsene dalla festa), e che non c'è stata una vera e propria rissa, infatti è stato immediatamente colpito da un pugno sul viso, dopodiché a perso i sensi. Questi fatti sono stati sintetizzati anche nel corso dell'assemblea scolastica. Durante la riunione, dopo il dibattito guidato dai rappresentanti d'istituto, è stata poi effettuata una votazione: tutti gli studenti hanno manifestato la loro approvazione all'organizzazione di una giornata di solidarietà per combattere queste violenze. La data scelta è quella del 25 gennaio, in occasione della giornata della memoria, che si terrà al palazzo delle feste di Bardonecchia. E' stato comunicato, inoltre, che verranno organizzati degli incontri sulla gestione dei conflitti, tenuti da Davide Mattiello (che già gli studenti del Des Ambrois hanno potuto conoscere ed apprezzare nel corso di un incontro sul tema della mafia, promosso dalla Associazione giovani di Oulx, in collaborazione con Libera e lo stesso istituto Des Ambrois). Sono state infine presentate alcune fra le attività future promosse dall'istituto. A partire da febbraio ci sarà l'opportunità di partecipare a lezioni e dibattiti su problemi d'attualità ed entro breve avranno inizio degli stages lavorativi, in particolare per i ragazzi del triennio, in cui gli studenti potranno entrare in contatto con specifici ambienti di lavoro: giornali, ospedali, tribunali, studi di vari professionisti… Possiamo dire che quest'assemblea del Des Ambrois abbia avuto un buon successo e che non sia stata semplicemente una perdita di tempo, anche se si spera che nelle prossime non si debba più parlare di problemi di razzismo, sorti proprio ad una festa di studenti…

Elena Sibille

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Comunicato Stampa del 20/01/2003

Per parlare di vita e di morte

L'Istituto Des Ambrois propone un convegno dedicato all'Eutanasia

Il liceo "Des Ambrois" di Oulx festeggia quest'anno i 20 anni di sperimentazione: un traguardo importante, che ha spinto il corpo insegnanti ad organizzare un fitto calendario di manifestazioni. Ma non si tratta di sole "celebrazioni" e i 20 anni non sono solo un pretesto per festeggiare un compleanno. Convegni, dibattiti, giornate di studio stanno occupando ed occuperanno l'Istituto di qui fino a gennaio. Fra gli appuntamenti di maggior prestigio e di maggior impegno, quello di mercoledì 18 dicembre. Dalle 9alle ore 12.30, al Palazzo dell Feste di Bardonecchia, si parlerà di bioetica e di eutanasia. Il prof. Paolo De Marchis e Andrea Terzolo, rappresentante d'Istituto, introdurranno i lavori. La relazione della prof.ssa Emma Vanna Garro, Segretaria Generale dell'Istituto Europeo di Bioetica, darà quindi il via ai lavori. Il suo intervento si baserà verterà sul dibattito bioetico sull'eutanasia all'interno del sistema scuola. Sarà quindi la volta di Andrea Porcarelli, direttore scientifico del Portale di Bioetica. A lui spetterà il compito di portare gli studenti nel vivo della questione. La docente di religione dell'Istituto Des Ambrois, Barbara Debernardi, coordinerà invece la successiva tavola rotonda dedicata all'accettazione della morte e al significato della vita. Discuteranno questi argomenti Padre Beppe Giunti, dottore in Teologia Cattolica, il prof. Sergio Rostagno, docente di dogmatica ed etica presso la Facoltà Valdese di Teologia a Roma, ed il dott. Emilio Coveri, presidente di Exit-Italia, una associazione italiana che si batte per il diritto ad una morte dignitosa. Per capire cosa spinge una scuola ad organizzare un dibattito su un tema così delicato, coinvolgendo studenti ed esperti, abbiamo rivolto alcune domande al prof. De Marchis, vice preside del liceo "Des Ambrois" ed ideatore di questa iniziativa.

Professore, come le è venuta l'idea di parlare di eutanasia e perché? Il nostro istituto da due anni aderisce al "Laboratorio sperimentale regionale di didattica della bioetica" coordinato dalla Direzione Scolastica Regionale del Piemonte in collaborazione con l'Istituto Europeo di Bioetica (I.E.B.) che ha la Segreteria Generale Regionale a Torino. L'anno scorso fummo promotori di un convegno dal titolo "Scienza ed etica: la centralità dell'uomo ed il problema del limite", a conclusione di un percorso sviluppato nelle classi del triennio. Quest'anno la tematica dell'eutanasia ci è stata proposta dallo stesso I.E.B. per tutte le scuole in rete; per esempio nella stessa giornata di martedì 17 dicembre all'istituto Alvar Aalto si terrà un seminario di studi sul tema "Scienza ed etica ai confini della vita".

Non è forse questo un tema controverso, complesso, in cui il mondo delle religioni è in continuo dibattito con il mondo laico? E' vero questo. Parlare di eutanasia può sembra rischioso, ma credo che compito della scuola sia quello di stimolare la curiosità e l'interesse su problematiche, anche scottanti ma attuali, e favorire i percorsi della conoscenza. Nessun insegnante dirà mai "voi dovete pensare questo sull'eutanasia…"; la nostra intenzione è quella di offrire il più ampio spettro di opinioni sia del mondo laico che religioso. E' per questo che abbiamo invitato a parlare Beppe Giunti come uomo della Chiesa Cattolica, il prof. Rostagno coordinatore del Gruppo di Bioetica della Tavola Valdese, ma anche Emilio Coveri, presidente dell'associazione EXIT.

Dietro questo convegno quale preparazione c'è per gli allievi e, soprattutto, ci sarà un seguito? Gruppi di allievi l'anno scorso hanno già lavorato sul significato della morte nell'età classica, neoclassica e contemporanea, sono stati avviati alcuni approfondimenti con la prof.ssa Debernardi nelle classi quarte e qualche studente ha scelto questo argomento come "tesina" per l'Esame di Stato. Certamente nessuno pretende di esaurire un tema così complesso in tre ore di convegno. Questa iniziativa è solo il punto di partenza per altri percorsi che i singoli insegnanti svilupperanno in alcune classi. Parlare di eutanasia significa trattare diverse questioni che si intrecciano. Ne cito solo alcune: riflettere sulla morte correlata all'idea di vita, la prospettiva biologica e la prospettiva esistenziale della morte; la ragione del fine, la ragione della modalità e della circostanza secondo un'etica utilitaristica, deontologica o realista. Sono tutte tematiche che coinvolgono discipline come storia, letteratura, storia dell'arte, filosofia, scienze sociali, diritto… e a proposito di diritto un appuntamento fissato c'è già! Nell'aprile 2003 le classi quarta e quinta scientifico parteciperanno a Strasburgo ai lavori del Parlamento Europeo con una audizione proprio sul tema dell'eutanasia, dove verrà presentato uno studio legislativo comparato tra le posizioni dei singoli Stati dell'Unione Europea.

Questo convegno porterà dunque i ragazzi ad interrogarsi sulla morte, porterà al pubblico voci di schieramenti, a volte opposti, offrirà una pluralità di interventi e di opinioni su cui riflettere. A questo proposito abbiamo rivolto alcune domande anche a Padre Beppe Giunti, uno dei relatori del convegno. Perché ha deciso di partecipare a questo dibattito? Il tema sulla morte è fondamentale, credo sia giusto parlarne e discuterne, visto che ormai quasi nessuno si esprime più su un concetto così difficile. E' favorevole o contrario all'eutanasia? Mi sembra giusto creare un po' di suspence! Rimando quindi il tema al momento del convegno, in cui ovviamente parlerò di ciò che sostiene la Chiesa, ma cercherò anche di sfatare alcuni luoghi comuni che sono ormai nell'immaginario di molti. Crede che sia importante la presenza degli studenti? Sono sicuro che sia essenziale, spero che parlare della morte e del dolore ai ragazzi possa servire a farli vivere meglio. Ci si aspetta, dunque, un convegno importante ed impegnativo, fatto anche di concetti scomodi.

Giulia Marroccoli

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Comunicato Stampa del 20/01/2003

A Scuola sulle piste

Il corso per Giudici di Porta è arrivato al suo terzo anno di attività

Sabato 14 dicembre, Sestriere, Coppa del Mondo di slalom, qualificazioni femminili. E' una gara importante, si sente l'agitazione nell'aria, ordini dati a destra e a sinistra, moltissimi i volontari presenti. Fra questi ci sono, come da oltre tre anni a questa parte, gli alunni del Liceo e dell'Istituto "Des Ambrois". Questi studenti partecipano a tutte, o quasi, le manifestazioni sportive di livello internazionale organizzate dalla Via Lattea. Hanno il compito di lavorare in pista, controllando che le prestazioni di ciascun atleta siano regolari, lisciano, all'occorrenza, i tracciati, controllano e segnano i tempi all'arrivo; si adattono, insomma, a mille lavori. Sono ragazzi che hanno dai 15 ai 20 anni e formano un gruppo affiatato, presente, nell'ambito del Des Ambrois, da tre anni. Il progetto è coordinato da due insegnanti dello stesso istituto: Piera Cianfarani e Sandra Ghio. Ma come è nato questo gruppo e perché? L'idea è nata da un convegno organizzato alcuni anni fa dall'Istituto di Oulx in collaborazione con la Sestriere S.p.a.; in quella occasione Gianni Poncet, direttore della sezione sportiva di Sestriere, ha proposto al Des Ambrois, che già si distingueva per l'attenzione didattica prestata agli studenti-atleti (e in particolare, dato il contesto geografico in cui l'Istituto è collocato, agli studenti-sciatori) una forma di collaborazione più stretta tra scuola e mondo dello sci. Così è venuta l'idea di preparare i ragazzi a lavorare sulle piste, anche in previsione delle Olimpiadi, per poter vivere quei momenti all'interno del Circo Bianco. Questi giovani, quindi, nel 2006 lavoreranno in pista come personale specializzato. Fin da adesso, infatti, in base alle capacità tecniche di ognuno, i ragazzi vengono preparati ad affrontare i compiti più diversi: imparano a coprire i ruoli di giudici di porta, controllando che gli atleti gareggino regolarmente, fanno i lisciatori in pista, passando con gli sci sulla pista ed eliminando eventuali anomalie presenti sul tracciato e si spera che la Sestriere attivi presto anche un corso per giudici F.I.S.I. Per molti ragazzi c'è quindi la concreta possibilità di ricevere un patentino di qualifica per il lavoro che svolgono sulle piste, e l'attività di giudice di porta che già adesso molti di loro svolgono in competizioni di alto livello consentirà loro di acquistare l'esperienza necessaria per arrivare alle Olimpiadi preparati e capaci. Già, le Olimpiadi del 2006… Facendo parte di uno dei pochi Licei della Neve presenti in Italia, alcuni di questi ragazzi in quella occasione saranno probabilmente veri protagonisti, come atleti in gara, ma anche molti loro compagni vivranno in prima persona un'esperienza unica e molto significativa, con cui potranno arricchire il loro bagaglio culturale ma anche porre le basi per una professione futura.

Giulia Marroccoli

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Comunicato Stampa del 20/01/2003

Compleanni al Des Ambrois

20 Anni di Sperimentazione, 10 Anni di Gruppo Musicale

1992, 1993, 1994 ... 2000, 2001, 2002. Dieci anni di DesAmband, dieci anni di canzoni e divertimento, dieci anni in cui l'istituto Des Ambrois di Oulx ha dato vita e mantenuto una vera e propria band musicale. Carlo Villavecchia, docente di fisica, e Gualtiero Poletti, professore di inglese, sono i due insegnanti che coordinano e seguono il lavoro del gruppo.

Il 20 dicembre, al Palazzo delle Feste di Bardonecchia, la DesAmband ha tenuto un concerto per festeggiare questi dieci anni; hanno suonato tutti i ragazzi che, dal 1992 fino ad oggi, hanno fatto e fanno parte della DesAmband. "Like A Rolling Stone", "Biko", "Thunder Road", "My My Hey Hey (Out Of The Blue)", "Come Together", sono solo alcuni dei brani scelti per questo concerto. Molte delle persone presenti sul palco hanno da tempo terminato gli studi e intrapeso la carriera lavorativa, eppure tutti hanno trovato tempo da dedicare all'iniziativa proposta dai professori.

Prof. Poletti, da quanto tempo è nella DesAmband? Sono in questa band dal 1995.

Come mai ha deciso di farne parte? Perchè è un gruppo in cui si può creare un rapporto con gli studenti diverso da quello che si crea normalmente sui banchi di scuola, mi piace molto perchè dà la possibilità di valorizzare dei talenti nascosti che tanti ragazzi hanno e magari non sanno di avere. E' un modo di stare assieme a scuola, senza fare scuola.

Qual'è secondo lei lo scopo della DesAmband? Lo scopo principale è sicuramente stare insieme, in un ambiente diverso da quello che può essere la scuola, anche se si sta comunque a scuola. Sostanzialmente noi stiamo insieme perchè ci piace suonare e ci divertiamo, e poi siamo convinti che la musica sia bellissima. La conseguemza di questa "passione" sono i concerti, ma di per sè ci divertiamo anche così.

Secondo che criterio scegliete le canzoni? La scelta è abbastanza collegiale, anche se ci sono alcuni criteri. Sostanzialmente le scegliamo nel campo del rock, quasi tutto in lingua inglese, perchè il rock originale è in lingua inglese. Di tanto in tanto facciamo anche un lavoro sui testi quando ce n'è bisogno, i ragazzi traducono e capiscono le canzoni che cantano; per esempio nessuno prima sapeva chi era Biko, ma adesso conoscono tutti questa vittima del razzismo sudafricano. Le canzoni sono scelte in base a criteri educativi, devono essere pezzi che dicono qualche cosa. Qualche volta ai ragazzi più grandi diamo la possibilità di scegliere delle canzoni che vogliono loro, spesso scelgono delle hit commerciali, di moda in questi periodi, ma questo è un prezzo che si deve pagare ed è pur sempre una percentuale relativamente bassa rispetto alle canzoni che facciamo.

Prof. Villavecchia, è lei il fondatore della DesAmband? Sì e no, nel senso che, quando sono venuto ad Oulx, c'erano già dei ragazzi che suonavano e io mi sono aggregato a loro, però erano studenti soprattutto di quinta, per cui la DesAmband in quanto tale è nata l'anno dopo.

Come è venuta l'idea di organizzare questo gruppo? Io ho sempre suonato, è una cosa che a me piace moltissimo, quando suono sono felice. Volevo cercare di organizzare una cosa del genere a scuola, però, ripeto, la gente che suonava c'era già, poi l'anno dopo abbiamo deciso di mettere insieme il tutto e di lì è cominciata l'avventura. Penso che sia un'esperienza molto bella e anche formativa nei confronti dei ragazzi: s'impara a stare insieme, si presentano anche delle difficoltà che vanno superate tutti quanti. Si vede solo il momento del concerto, però bisogna tener conto che dietro, soprattutto dietro a questo concerto, c'è un lavoro pazzesco, ci vuole tantissimo tempo, ma non sono momenti buttati via, è un tempo che io non ho mai rimpianto. Le canzoni che facciamo le scegliamo un po' tutti, ma le seleziono soprattutto io, infatti sono pezzi anche un po' vecchi. Del resto, quando uno mette in piede una band, c'è bisogno di un capo gruppo, qualcuno che scelga e decida come organizzare le cose.

Lei abita a Torino, come mai insegna ad Oulx? Inizialmente sono venuto qui perchè, per questioni di graduatoria, era il posto migliore a cui potevo ambire. Gli anni sono passati, potrei anche chiedere il trasferimento, ma, secondo me, è molto importante il posto in cui si lavora, è fondamentale lavorare con gente con cui si sta bene e sono affezionato a questa scuola. In più, devo ammettere, che la band ha la sua parte, è molto rilevante nella mia scelta.

Francesca è una rappresentante della DesAmband storica. Come ti è venuto in mente, quando facevi il liceo, di far parte di questo gruppo? E' stata una casulità, tutto è successo durante uno scambio culturale con studenti francesi. Il gruppo di allora aveva organizzato un concerto in loro onore, la ragazza francese che io ospitavo mi ha convinto ad andare sul palco a cantare una delle mie canzoni preferite, che è tuttora il mio cavallo di battaglia. Molti sapevano che io cantavo per hobby, per cui mi sono trovata ad improvvisare sul palco con la chitarra e da lì mi hanno "scritturato", così ho fatto il mio primo concerto, ma il gruppo non si chiamava ancora come oggi. Il nome DesAmband le è stato dato quando siamo andati in trasferta a Matelica.

Adesso lavori come professionista? Sì, sono una cantante, ho lavorato con gruppi anche importanti, come i Disco Inferno. Se posso essere sincera mi ha emozionato più il concerto in onore dei dieci anni della DesAmband e ricantare "Cry Baby", che non esibirmi davanti a due, tremila persone al Bierfest. Perchè è stato il mio debutto, ho cominciato sul palco del Palazzo delle Feste e risalire sullo stesso parco dopo otto anni è stato davvero molto bello. Se si può dire, la DesAmband è stato il mio trampolino di lancio, cantavo per hobby ed è stata l'esperienza che mi ha portato sul palcoscenico. Chiara ha fatto parte della prima e della seconda DesAmband.

Come ti è sembrato questo concerto? Il concerto secondo me è andato proprio molto bene, siamo riusciti a tirare fuori il meglio di noi, anche se alcune persone, purtroppo, mancavano. E' stato bello, soprattutto perchè con alcune persone ci si vede in giro, si sono mantenuti i contatti anche dopo la fine della scuola, i legami sono molto forti tra di noi: abbiamo partecipato insieme ai concorsi musicali, siamo stati a Matelica, dove ha praticamente avuto inizio la DesAmband, e a New York; con qualcuno era proprio da tanto che non ci si vedeva e rincontrarsi è stato veramente piacevole.

Perchè eri nella DesAmband? Sono entrata in terza superiore e in quel momento non c'era veramente nessuno, praticamente l'abbiamo fondata noi, le abbiamo anche dato il nome DesAmband. All'interno del gruppo io canto e suono la tastiera, faccio quello che serve, insomma.

Oltre ai rappresentanti delle DesAmband storiche, molti studenti fanno parte tuttora di questa compagnia, formano un gruppo affiatato, divertente ed emozionante. Solomon, classe I sez. C, "Canto in questo gruppo, perchè mi piace la musica che si fa e adoro cantare, in più mi diverto tanto. Vorrei diventare un cantante, cioè lavorare a a contatto con la musica. Il concerto è andato benissimo, è stato un successo". Giulia, classe II sez. B, "Nella DesAmband c'è un bel clima, è il rapporto fra studenti e professori è più amichevole, quasi alla pari. Non si fa scuola alla DesAmband e mi diverto".

Giulia Marroccoli

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Comunicato Stampa del 20/01/2003

Nuova sperimentazione al Des Ambrois

Da febbraio il "via" al corso triennale di "formazione per grandi eventi sportivi".

Sarà l'Istituto Des Ambrois di Oulx a dare ai grandi eventi sportivi futuri, locali e non, i primi 25 studenti preparati professionalmente. Proprio la scuola dell'Alta Valle, che già ha istituito per l'indirizzo professionale un corso post-diploma IFTS per tecnici capaci di organizzare eventi culturali e sportivi, è stata infatti scelta come sede pilota dell'iniziativa internazionale "Formazione professionale e linguistica per grandi eventi sportivi" promossa da C.O.N.I. (Comitato Olimpico Nazionale Italiano), Hautes - Alpes dévéloppement e M.I.U.R (direzione generale regionale per il Piemonte). La scelta dell'Istituto Des Ambrois non è affatto casuale, infatti, proprio grazie alla sperimentazione delle "classi sciatori" e del progetto "scuola - sport"già in corso da anni, esso gode di una fama tale da permettergli l'onore di essere individuato come candidato ideale per il primo anno di sperimentazione di tale progetto. Il corso professionale, della durata di tre anni, sarà composto da 120 ore di lezione annue (60 di teoria e 60 di pratica).

Il "via" sarà dato già quest'anno, a partire dal mese da febbraio, con gli stages pratici che vedranno gli studenti di Oulx impegnati come assistenti alla Coppa del Mondo di sci da fondo per disabili a Briancon, alla Coppa del Mondo di snow - board a Serre - Chevalier e alla Coppa del Mondo junior di Hokey su ghiaccio a Briancon. Il progetto va infatti ben oltre i nostri confini italiani e assieme agli studenti italiani saranno impegnati anche 25 studenti francesi, inseriti nel quadro di un vero e proprio scambio culturale: ospitalità in famiglia, lezioni in comune al mattino, attività pratica specifica al pomeriggio, sia in Francia che in Italia. Il tutto completamente a carico della Provincia e degli altri enti organizzatori. Tutto ciò che viene chiesto ai ragazzi è una motivazione forte e grande abbastanza perché possano portare a termine con coerenza ed impegno il corso, data la grande possibilità che viene loro offerta.

In futuro questo tipo di sperimentazione sarà ampliata anche ad altri Istituti della provincia, ma per cominciare si aveva proprio bisogno di un Istituto che, come il Des Ambrois, in termini di sperimentazione, come dire... ne sapesse già qualcosa.

Laura Natale

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Comunicato Stampa del 20/01/2003

Des Ambrois sulla neve

Fase d'Istituto di Sci Alpino

Martedì 14 gennaio 2003, si è svolta, in località Sestriere, per gli studenti del Des Ambrois di Oulx, la fase d'Istituto delle gare di sci alpino. L'attività è iniziata nella mattinata, quando tutti gli studenti interessati si sono recati a Sestriere accolti da una calda giornata di sole. I ragazzi, per partecipare alla competizione, sono stati suddivisi in base al sesso ed anche in due ulteriori categorie, a seconda dell'età. I partecipanti sono stati molto numerosi e tutti, più o meno bravi, hanno avuto la possibilità di cimentarsi nella disciplina preferita. Le possibili specialità in cui iscriversi sono state lo sci alpino e lo snowboard. Dopo questa fase d'Istituto i primi sei classificati di ogni categoria, nel prossimo mese di febbraio, parteciperanno alla fase zonale e regionale dell'iniziativa e potranno confrontarsi con gli allievi delle altre scuole. Questa esperienza ha dato modo a tutti di passare un'intera giornata insieme sulla neve. Gli iscritti alla gara, infatti, hanno usufruito di un biglietto giornaliero scontato, che permetteva loro di utilizzare le piste di sci di tutto il comprensorio della via Lattea.

Miriam Abbà

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