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Risorgimento
Martedì 28 ottobre, noi della III A , ci siamo ritrovati alla stazione di Oulx verso le 7.10 del mattino per prendere il treno che ci avrebbe portato a Torino per andare a visitare il museo del Risorgimento e qualche luogo storico di Torino legato a questo periodo.
… Una guida ci ha portato all’interno del Palazzo Carignano dove si trovava il museo e dove erano nati Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II.
Abbiamo anche visto la riproduzione della cella dove fu imprigionato Silvio Pellico nella fortezza dello Spielberg .
Abbiamo anche visto due locali pubblici : il ristorante “IL CAMBIO” dove Cavour consumava i suoi pasti e il caffè FIORIO dove discuteva di affari politici.
…Per me la gita è stata molto piacevole e la visita al museo ancora di più.
Prima di partire pensavo che sarebbe stato un po’ noioso invece è stata una bella esperienza specialmente quando siamo andati in giro per Torino con la guida.
(Turin Flavio III A)
Arrivati finalmente a Torino, io e la mia classe, abbiamo dovuto fare dieci minuti di camminata per arrivare a destinazione; durante la camminata ho guardato molte vetrine di negozi, molti monumenti e il bruttissimo traffico cittadino.
Parlando e guardando quello che mi circondava, siamo arrivati al museo: un posto ordinato e profumato dove ci attendeva la guida.
Nelle varie sale, sui muri erano appesi quadri riguardanti scene di guerra, personaggi storici come Cavour, Garibaldi, Vittorio Emanuele II, Silvio Pellico; al centro di questi saloni c’erano delle specie di casse vetrate che contenevano: pistole di quei tempi, diari, lettere, trattati (esempio: il trattato di Plombieres ), oggetti usati per guarire i soldati , i giornali di quell’epoca, i costumi (esempio: le camice rosse); c’era anche una cella, la cella dello Spielberg, dove era stato rinchiuso Silvio Pellico, che per i miei gusti era un po’ piccolo.
…Questo museo mi ha lasciato una bella impressione.
…La guida ci ha portati davanti al palazzo dove Carlo Alberto si era affacciato per la prima volta.
Per la strada mi sono capitate due cose che non dimenticherò mai: la prima è che ho incontrato un amico che non vedevo da due anni e l’altra e che ho visto il mio giocatore preferito di calcio.
(Antony Cascioli III A )
… Entrati nel cortile interno del palazzo, ho notato che metà del palazzo era color salmone e l’ altra metà era color mattone: una era più antica e l’ altra più moderna.
La prima cosa che abbiamo visto sono state due carrozze, una era di Cavour e l’ altra era d Garibaldi. La cosa che mi ha colpito di più è stata quella di farci sedere per osservare meglio la sala, infatti mi sono accorto che sul soffitto c’ erano degli affreschi in ogni sala.
C’erano cartelli con la scritta in Braille per le persone che non possono vedere; a me è dispiaciuto tanto per queste persone, mi ritengo fortunatissimo perché ho la vista, le mani e le gambe.
Prima di partire pensavo che questa uscita fosse una sciocchezza, mi sbagliavo.
(Denis Teta III° A)
Quando abbiamo visitato la sala del Parlamento, mi sono emozionato per come erano posizionate le sedie.
Usciti dal museo, la nostra guida ci ha fatto vedere dove Camillo Benso conte di Cavour andava a mangiare, ci ha detto che la sua casa, dove andava solo a dormire era a pochi passi.
Quando stavamo tornando dalla stazione, un mio compagno di classe si è accorto che dentro il “bar Torino”, uno dei locali più lussuosi della città c’era Pavel Nedved.
Per qualcuno di noi tifoso della Juventus è stata una forte emozione inaspettata!
(Eros Minniti III° A)
Abbiamo visto come erano vestiti, come preparavano le guerre come mandavano le lettere di attacco o di ritirata senza farle capire ai nemici e per questo usavano una macchina con i buchi chiamato cifrario segreto .
I fucili avevano sulla punta una piccola lancia chiamata baionetta , così se avevano già sparato la potevano usare e ammazzare i nemici anche così .
Nella sala dei deputati su alcune sedie c’era la bandiera tricolore ed a ogni posto c’era il buco per intingere il pennino .
Alla fine ci siamo lasciati in una piazza magnifica con delle bellissime fontane e un piccione che si faceva il bagno.
(Bianco Prevot Patrick III°A)