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Studio dei Registri Parrocchiali di Santa Maria e San Paolo 1670-1749

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Presentazione della classe

Buongiorno, ci presentiamo: siamo Marco e Stefania, della classe VC Classico dell’Istituto Des Ambrois di Oulx.

Il nostro compito è quello di proporvi una sintesi del lavoro che abbiamo svolto negli anni scolastici 2002-03 e 2003-04, sotto la guida delle insegnanti Barbara Debernardi (religione) e Marina Longo (storia e filosofia) nell’anno scolastico scorso e con l’aiuto degli insegnanti Fabio Bellini (storia e filosofia) e Barbara Debernardi durante questo anno scolastico.

All’attività nell’anno scolastico scorso è stato riservato un modulo interdisciplinare (consistente in ore di lezione e in pomeriggi di approfondimento) di complessive 20 ore, al quale si sono aggiunte le ore trascorse in archivio, a piccoli gruppi.

Nell’anno scolastico in corso invece il lavoro è stato organizzato con un’ora di compresenza alla settimana e con pomeriggi di lavoro per piccoli gruppi.

 

Presentazione del tema scelto e inquadramento storico

La nostra classe si è concentrata sull’analisi dei registri matrimoniali delle due parrocchie segusine di Santa Maria (ambito cittadino) e San Paolo (area rurale e borgate) negli anni compresi tra il 1670 e il 1649. Di quanto riportato dai diversi parroci sui registri, abbiamo preso in considerazione soprattutto le provenienze geografiche degli sposi, la successione cronologica dei matrimoni, la loro stagionalità e la loro consistenza numerica. Questi dati, suddivisi sulle due parrocchie, sono stati confrontati tra loro. In un secondo momento abbiamo poi analizzato le possibili relazioni tra la percentuale dei matrimoni nei vari anni e nelle diverse stagioni e gli eventi politici, bellici, religiosi e sociali avvenuti negli stessi periodi.

Abbiamo scelto come data centrale e fulcro della nostra indagine il trattato di Utrecht.

A questo proposito è bene forse fare un breve riassunto storico, che permetta di comprendere quanto significativa sia, per la Valle di Susa, la data del 1713.

Dato il pochissimo tempo a disposizione, per lasciare maggior spazio alla presentazione dei risultati, leggerò la scheda di inquadramento storico.

“Il Trattato stipulato ad Utrecht, in Olanda, nel 1713, sanciva di fatto la fine della guerra di successione spagnola, conflitto con il quale si inaugurò il XVIII secolo e che coinvolse, a vario titolo, buona parte delle nazioni europee.

Di tale conflitto e della soluzione del medesimo qui poco ci interessa. Interessa invece scoprire quali conseguenze sulle frontiere valsusine produsse: l’alta Valle di Susa (da Chiomonte in su) tornava, dopo 7 secoli di appartenenza al Delfinato, sotto la sovranità di Vittorio Amedeo II di Savoia.

Fino al 1713, dunque, tra Chiomonte e Gravere correva un confine di stato.

La divisione della Valle di Susa tra Savoia e Delfinato risale al 1091, data della morte della contessa Adelaide di Susa. La sua scomparsa e le conseguenti difficoltà nella successione, portarono alla disgregazione della Marca di Torino che si smembrò, perdendo il controllo dell’alta valle. Questa passava sotto il dominio di alcune potenti famiglie locali, fra le quali ben presto, cominciò a spiccare quella degli Albon. Questi scelsero il nome di un loro antenato (tale Delfino conte di Cumberland), per farne un titolo signorile. Si diedero così il nome di Delfini e le loro terre vennero indicate come Delfinato.

A partire dal 1178 i Delfini si considerarono i veri padroni dell’altra Valle di Susa. Il 29 Maggio 1343 a Beauvoir en Royans, il Delfino Umberto II, firmò insieme a 18 rappresentanti delle valli alpine, compresa l’alta Valle di Susa, la cosiddetta Carta delle Libertà, in cui si riconosceva alle diverse comunità montane, il diritto di governarsi accordando a tutti gli abitanti di quelle terre il titolo di 'franco borghese'. Venne così a costituirsi l'autonoma sovranità degli Escartons. Il termine di derivazione francese (escartoner) significa ripartire: il territorio alpino, di qui e di là delle Alpi Occidentali, risultava suddiviso in 5 parti, ognuna delle quali aveva al suo interno più comunità. Briançon, da Argentière alla Regione di San Gervasio; Oulx, da Cesana a Chiomonte, comprese le valli di Bardonecchia e Sauze di Cesana; Queyras, da Guillestre al colle delle Traversette; Val Chisone, dal Sestriere ai bordi di Perosa Argentina; Casteldelfino, dal colle dell'Agnello fino a Sampeyre.

Il trattato di Utrecht, ridisegnando i confini politici tra Francia ed Italia e scegliendo come riferimento la linea di spartiacque delle Alpi, poneva fine a quella sorta di Stato democratico ante litteram.”

Alla luce di questa complessa e sfaccettata situazione politica ci è sembrato interessante cercare di scoprire se la vita sociale della valle di Susa risentisse effettivamente della presenza del confine di Chiomonte. Volevamo insomma capire se la frontiera di Stato rappresentasse anche una barriera nelle relazioni fra persone geograficamente “vicine”, ma “politicamente” divise, oppure se lo spostamento del confine non avesse avuto conseguenze realmente rintracciabili nella percentuale di matrimoni “misti” cioè matrimoni contratti tra individui che precedentemente venivano considerati “stranieri”.

 

Metodo di lavoro e criterio di indagine

Concretamente, il nostro lavoro in archivio si è così articolato:

abbiamo schedato tutti i dati compresi tra il 1670 e il 1749 dei registri di matrimonio delle due parrocchie segusine di San Paolo e Santa Maria.

Tutti i dati sono stati tradotti dal latino e non nascondiamo di aver incontrato alcune difficoltà dovute non tanto alla lingua, quanto piuttosto allo stato di conservazione di alcune pagine dei documenti e soprattutto alla pessima grafia di alcuni parroci.

I risultati della schedatura sono stati inseriti in un data base e successivamente elaborati nei grafici che vi presenteremo. Tali risultati comprendono i seguenti campi di ricerca:

  1. numero complessivo dei matrimoni sulle due parrocchie
  2. numero matrimoni per anno, sempre suddivisi per parrocchie
  3. numero matrimoni per stagione in Santa Maria e in San Paolo
  4. numero matrimoni “misti” per anno * sia in ambito rurale che in ambito cittadino

* E’ bene segnalare che per comodità si è indicato con il termine di “matrimonio misto” il matrimonio fra un abitante di Susa e un abitante di paesi posti oltre il confine di Chiomonte.

Questi dati sono stati successivamente confrontati con una tabella cronologica relativa ai più significativi eventi politici, bellici, sociali e religiosi del periodo e dell’area presa in considerazione.

 

Presentazione dei grafici, segnalazione di particolarità incontrate nel percorso e ipotesi interpretative

Vi proponiamo ora un confronto tra i matrimoni delle due parrocchie e alcune nostre considerazioni sui dati ricavati.

La pubblicazione dei grafici non è completa e subirà quanto prima le necessarie integrazioni (nota del webmaster)

Grafico dei matrimoni per anno - Parrocchia San Paolo

Grafico dei matrimoni misti per anno - Parrocchia di San Paolo

La percentuale dei matrimoni

Dal 1670 al 1749 nella parrocchia di Santa Maria (vi ricordo che questa è la parrocchia cittadina) sono stati contratti 1150 matrimoni, di cui 693 misti, con una media di 14 matrimoni all’anno, di cui 9 misti.

Nel medesimo periodo nella parrocchia di San Paolo (cioè la parrocchia dell’area rurale e delle borgate) sono stati contratti solo 488 matrimoni di cui appena 20 misti, con una media di 6 matrimoni all’anno, di cui 0,2 misti.

E’ importante sottolineare il forte scarto numerico esistente tra le due parrocchie nel totale dei matrimoni e soprattutto come esso si rifletta anche nella percentuale di matrimoni misti. Reputiamo che tale differenza sia da imputare alla diversa posizione geografica e quindi anche sociale delle due parrocchie: la prima più centrale, luogo di passaggio e di acquartieramento militare, la seconda più decentrata ed isolata.

 

Fine del 1600: La Valle di Susa è attraversata teatro di sanguinosi conflitti di religione

Nel 1685 con la revoca dell’editto di tolleranza religiosa di Nantes si registrano eccidi in tutta l’alta valle, molte comunità valdesi sono massacrate e alcuni templi vengono rasi al suolo. E’ il caso di Bardonecchia, Cesana, Fenils, Oulx, Salbertrand, Exilles, Chiomonte. Vengono dunque interessate anche terre “di confine”.

Molti Valdesi prendono la via dell’esilio (in Svizzera e Olanda), passando in Susa e uscendo dal colle del Moncenisio.

Nella parrocchia di Santa Maria si registrano pochi matrimoni totali, ma troviamo una percentuale leggermente maggiore nei misti; forse il dato è casuale, forse invece è da imputare ai conflitti presenti in alta valle, alla fuga valdese e alla ricerca di una tranquillità maggiore oltre confine.

La situazione nella parrocchia di San Paolo invece è differente: il numero di matrimoni è nella media e non si contrae nessun matrimonio misto.

 

Continua il periodo di grave crisi politica

Nel 1690 militari francesi, guerre ed epidemie imperversano in alta Valle; nella sola Sauze di Cesana si registrano 450 morti per cosiddette “febbri maligne”. L’ospedale della Prevostura di Oulx viene requisito dai francesi per i feriti e gli ammalati. Pare che venga utilizzata per il medesimo scopo anche la chiesa.

Susa viene cinta d’assedio e conquistata dai francesi. Il duca di Savoia è costretto a fuggire e ad accamparsi con 20.000 uomini a San Giorio, che viene prima saccheggiata dalle truppe sabaude e poi incendiata da quelle francesi.

Non ci stupisce vedere che il numero di matrimoni in S Maria è molto basso, (nessuno misto). Analoga situazione in San Paolo

 

Un momento di tregua

Dal 1693 al 1697 la situazione politica migliora (nel 96 si ratifica la pace tra francesi e sabaudi; nel 97 addirittura la Francia si allea con il Piemonte). La Valle gode di un momento di tregua, anche se deve accollarsi la sistemazione e il mantenimento delle truppe francesi.

A San Paolo il numero dei matrimoni registra un picco: nel 1695 si contraggono 13 matrimoni e sorprendentemente i matrimoni misti tra il 94 e il 95 sono complessivamente 4.

Le percentuali corrispondono anche nella parrocchia di Santa Maria, che per es. nel 1695 registra ben 18 matrimoni, di cui 13 misti.

 

Riprende la guerra (quella di successione spagnola)

A partire dal 1700 (con la morte, senza eredi, del re di Spagna) si riprende a combattere anche in Valle di Susa.

Nel 1703 la situazione si aggrava e si chiude il confine di stato: la strada tra Chiomonte e Susa è chiusa da una barricata superabile solo attraverso una porta strettamente sorvegliata.

Nel 1704 Susa è nuovamente cinta d’assedio e conquistata.

A ciò si aggiungono in quegli anni pessime condizioni climatiche: nel 1707 si registrano in alta Valle disastrose valanghe e ovunque alluvioni ed allagamenti. Lo straripamento di molti torrenti provoca gravissimi danni.

Il risvolto sociale di questo provvedimento è evidente in Santa Maria, che segna un tracollo nei matrimoni, tracollo ancora più forte nei matrimoni misti. E’ possibile ritenere che in presenza di conflitti su scala più ampia si accentui il sentimento di estraneità e diffidenza nei confronti dell’altro. Sono inoltre oggettivamente difficili i rapporti tra genti abitanti sui due versanti del confine di Chiomonte.

In San Paolo la crisi dei matrimoni non solo coincide con quella registrata nella parrocchia cittadina, ma abbraccia un arco di tempo maggiore e si arriva fino al 1715 senza neanche un matrimonio misto.

Dal 1715 al 1720 invece si assisterà ad un relativo incremento di matrimoni, sia totali che misti.

 

La Francia comincia a perdere i possedimenti dell’alta Valle.

A partire dal 1708 la situazione politico-militare della Valle di Susa comincia a rasserenarsi. I Savoia poco per volta ricacciano indietro i francesi, anche dall’alta Valle, arrivando a riconquistare il forte di Exilles. Approfittando della relativa calma, molti Comuni cominciano a riparare i danni subiti, sia dalla guerra, che da un nubifragio che flagella i paesi dell’alta Valle, già ridotti in miseria per il perdurare del conflitto.

Tale situazione sembra ripercuotersi sull’andamento dei matrimoni segusini.

Nel 1708 a Santa Maria si celebrano ben 25 matrimoni, di cui 19 misti, e la cosa prosegue per alcuni anni, fino al 1715, quindi dopo il trattato di Utrecht.

Va segnalato che proprio a partire dal 1708 a Susa confluiscono ingenti truppe sabaude: in città sono presenti 12 battaglioni per un totale di 7300 uomini. Anche questo dato può forse essere messo in relazione con l’alto numero dei matrimoni misti, almeno in area urbana.

In Santa Maria nel 1716 si assiste ad una forte flessione (7 matrimoni di cui solo 3 misti). Dal 1717 riprendono i matrimoni, mai i misti restano bassi fino al 1720.

Non così accade per la parrocchia di San Paolo, che invece non segnala matrimoni con “stranieri” almeno fino al 1720, ma denota una ripresa dei matrimoni già a partire dal 1714. Va notato come probabilmente la pace seguita al Trattato di Utrecht segni nell’area rurale un miglioramento delle condizioni di vita, mentre nell’area urbana siano necessari alcuni anni di assestamento per giungere a condizioni di vita favorevoli e quindi ad una ripresa dei matrimoni.

 

La peste a Marsiglia e la chiusura dei confini.

Notiamo che tra il 1720 il 1723 il sud della Francia e in particolare la zona di Marsiglia è colpita da una epidemia di peste. Il Piemonte decide di chiudere i confini per evitare il diffondersi della malattia e istituisce la quarantena degli stranieri in appositi Lazzaretti. La cosa però pare non aver alcun riscontro nella percentuale di matrimoni della parrocchia urbana di Susa. Stranamente invece un’area teoricamente “più protetta” dal contagio e meno coinvolta dalle restrizioni imposte sui confini, quale la zona rurale di San Paolo, registra un paio di significativi picchi negativi.

 

Dal 1726: ancora molti matrimoni.

Tra il 1726 e il 1731 si assiste ad un forte incremento dei matrimoni, sia in ambito cittadino che in ambito rurale. Per esempio nella parrocchia di San Paolo nel 27 si registrano ben 16 matrimoni di cui 1 misto, mentre nella parrocchia di Santa Maria nel 1728 ne troviamo addirittura 25, di cui 23 misti.

Probabilmente la cosa è da riferire, da una parte alla pace di cui il territorio sta godendo, dall’altra alla presenza di molti militari ed operai interessati alla ricostruzione delle più significative fortezze della Valle: il forte di Exilles e il forte della Brunetta a Susa (ex forte di Santa Maria). Ancora una volta però si sottolinea la forte differenza tra le due parrocchie per quanto riguarda i matrimoni misti.

Si deve segnalare inoltre che nel 1728 una forte inondazione colpisce l’intera valle di Susa, da Oulx ad Avigliana. In particolare a Susa straripa il torrente Gelassa, che abbatte più di 30 edifici e danneggia gravemente il Borgo dei Nobili.

Viste queste anomalie (l’incremento di matrimoni nonostante la chiusura dei confini e in momenti di crisi) sarebbe interessante incrociare i dati dei matrimoni con l’andamento demografico corrispettivo per trovare una spiegazione logica al fenomeno.

 

1733: scoppia la guerra di successione polacca.

La Valle di Susa nel 1733 torna ad essere teatro di battaglia e truppe francesi irrompono nuovamente di qua delle Alpi. La guerra, insieme all’obbligo di fornire le derrate necessarie all’esercito sabaudo (che conta complessivamente 58.000 uomini) e a una forte carestia, causata anche dalla scarsità dei raccolti di quell’anno che colpisce la Valle, provocano un grave e generale peggioramento delle condizioni di vita degli abitanti della Valle. Nella provincia di Susa, tale è la miseria, che si arriva addirittura a sospendere l’esazione delle tasse. Ciononostante, nel 1734 quasi l’intera popolazione della Valle emigra per l’inverno, cercando il altre province lavoro, soprattutto come cardatore di canapa e lana.

Dai registri parrocchiali abbiamo conferma di questa grave situazione: dal 1733 al 1735 si segnala un forte e generalizzato calo di matrimoni in entrambe le parrocchie.

 

La pace è firmata alla fine del 1735.

Dopo un breve periodo di pace la Valle di Susa si trova nuovamente coinvolta da una guerra di successione. Questa volta è quella austriaca. Servono militari, da reclutare anche in Valle: il Governatore di Susa, per esempio, nel 1742 impone alla Valle di Oulx la consegna di tutti i figli maschi dai 18 ai 60 anni capaci di portare le armi. I Comuni devono inoltre, come sempre, sostenere l’onore di provvedere alle derrate per l’esercito sabaudo. La guerra per i Piemontesi culmina nella vittoria della battaglia della Assietta del 1747. (La pace sarà firmata però solo nel 1748).

Dal 36 al 47 con la sola eccezione del 1739 si assiste ad un generale incremento di matrimoni con alcuni significativi picchi: San Paolo nel ’40 ha il più alto numero di matrimoni registrati sull’intero periodo da noi esaminato (ben 17); lo stesso vale per Santa Maria (nel 46 ne registra 34).

Questa forte crescita è probabilmente dovuta a due fattori: la quasi totale mancanza di emigrazione (nel 1742 si segnalano come emigranti solo gli abitanti di Almese e Rubiana) e la ripresa delle attività militari (guerra di successione austriaca) con il conseguente nuovo acquartieramento di truppe in Susa.

I nostri dati terminano con il 1749, quando vengono soppresse le due parrocchie segusine di Santa Maria e di San Paolo. In entrambe la parrocchie si registra ancora un matrimonio, probabilmente contratto poco prima della chiusura delle citate chiese.

 

Conclusioni

In chiusura vogliamo ancora segnalare un altro lavoro da noi condotto sulle schedature dei registri parrocchiali, che per ragioni di tempo non possiamo presentarvi e che comunque varrebbe la pena di approfondire ulteriormente, oltre ad alcuni ulteriori spunti di ricerca.

Oltre ad incrociare i dati relativi alla mobilità geografica degli sposi da noi schedati con i più significativi eventi dell’epoca presa in esame, abbiamo anche avuto modo di esaminare la stagionalità dei matrimoni, cercando di verificarne la coerenza con i regolamenti liturgici dell’epoca (per esempio con i divieti di celebrare matrimoni in tempi penitenziali, come quello della Quaresima).

Gli andamenti dei grafici stagionali comparati tra area urbana ed area cittadina in certi casi coincidono (probabilmente per i divieti liturgici a cui abbiamo fatto cenno), in altri casi sono invece differenti (probabilmente a causa delle diverse esigenze di vita e di lavoro della popolazione delle due parrocchie (per esempio il lavoro dei campi, legato ad andamenti rigorosamente stagionali).

Abbiamo inoltre avviato un lungo lavoro di registrazione su cartografia delle differenti aree di provenienza degli sposi nei matrimoni “misti”. Il lavoro è complesso, soprattutto per la difficile individuazione di luoghi, estranei alla Valle di Susa, con l’ulteriore complicazione del toponimo latino, forse neppure sempre correttamente inteso dal parroco o correttamente trascritto. Questo è verificabile soprattutto nel caso di matrimoni contratti con militari stranieri di stanza a Susa.

Terminata questa mappatura delle differenti provenienze, si potrebbe procedere con una classificazione delle medesime, soprattutto per verificare se esistono aree privilegiate a cui i cittadini di Susa guardavano nella ricerca di uno sposo “straniero”. 

 

6. Bibliografia consultata

AA. VV., Lous escartouns. Vicende storiche degli Escartons d’Oulx e della Val Chisone, Alzani, Pinerolo 1998.

AA. VV., Valle di Susa arte e storia, a cura di G. Romano, Torino 1977.

ADAM A., L’anno liturgico, Elle Di Ci, Torino 1984.

BARTOLOMASI N., Bicentenario della diocesi di Susa, Pinerolo 1972.

MAURICE C., La vie agricole au XVIII siècle dans l’ancien écarton de Oulx, in Segusium XVII, 1981.

Mémoire sur la statistique de l’arrondissement de Suse adressé au Général Jourdan, conseiller d’état, administrateur général de la 27 divison militare par le citoyen Jaquet, sous préfet du même arrondissement, Turin an X, de l’imprimerie nationale, in Segusium XVII, 1981 (ristampa anastatica).

MINOLA, M., Assedi e battaglie in Valle di Susa e Val Sangone, Susalibri, Sant’Ambrogio 1998.

RUGGIERO M., Valle di Susa, Torino 1980.

PERACCAL.F., Storia dell’Alta Valle di Susa, ristampa anastatica, Gribaudi, Torino 1986.

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